La voce è una produzione del corpo. È una dimensione tanto potente quanto poco considerata. Lo è nelle vite di ciascuno di noi e ancor più per chi fa della voce uno strumento elettivo del proprio lavoro. La voce è un’alchemica trasformazione del respiro ed è un elemento irriducibile dell’identità personale. La qualità inconfondibile della timbrica, della ritmica e della melodia della voce di ciascuno è strettamente correlata, come per ogni strumento musicale, alla sua particolare configurazione fisica, alla struttura ossea, ma anche – dato ancor più interessante - ai contesti emotivi, affettivi e relazionali in cui si esprime. Non solo, la nostra voce non è mai uguale, come ben sappiamo e come sottolinea bene Domi: “Una stessa persona avrà voci diverse quando canta una ninna nanna al suo bambino, quando fa il tifo allo stadio, quando si difende da un’accusa ingiusta, quando chiede permesso al vicino di posto in treno… quando fa l’amore… E’ possibile cambiare la propria voce? Sono poche le persone che amano la propria voce. Perché? Per tante ragioni, a cominciare dal semplice fatto che quasi mai le persone si piacciono, si accettano, per quello che sono… Cominciamo con l’ascoltarla, giocandoci, riconoscendo da quali sorgenti essa prende le mosse.