La mostra è il tentativo di esplorare, attraverso le immagini di un presente inedito ed anomalo, un futuro possibile della nostra terra.
Precipitazioni violente e concentrate, seguite da lunghi periodi di siccità sono la nuova normalità che ci troviamo ad affrontare e non rappresentano un'emergenza.
Facce della stessa medaglia, questi fenomeni estremi impongono una riflessione profonda sulla nostra impronta distruttiva e sulla catena di conseguenze determinata dalle nostre azioni.
Il ciclo dell'acqua è già oggi pesantemente alterato.
Ecco dunque venire in nostro soccorso il canale interpretativo dell'arte. Attraverso i loro drammatici scatti in bianco e nero, i due autori ci restituiscono un presente che odora di distopia.
Ciò che era certo e scontato non lo è più, in una trasfigurazione di un paesaggio a noi noto che si fa improvvisamente simbolo di trasformazione e stravolgimento planetario.
Le immagini sono monito e, più di tutto, chiamata alle arti: l'arte di affrontare la realtà, l'arte di mobilitare la nostra capacità evolutiva, l'arte di adattarsi a ciò che il futuro porta.
L'acqua al centro, la vita con essa.
Renato Zuani:
Nato e residente a Rovereto. Si occupa di studio e pratica della fotografia fin dai primi anni '80, avvicinandosi inizialmente a tematiche sportive per poi dedicarsi con sempre maggior interesse a temi sociali e ambientali.
Dal 2017 ha iniziato un lavoro di documentazione fotografica denominato "Inside", dedicato a sorgenti che saranno impattate dagli scavi del progetto Tav Tac, all' utilizzo anacronistico e dannoso dell'acqua potabile per la fabbricazione di neve artificiale e al gravissimo stato di contaminazione.
Alicia Vrech:
Nata in Argentina. Fotografa amatoriale fin dall’adolescenza. Dal 2000 approfondisce la sua passione partecipando a diversi corsi e workshop, dove scopre il valore della narrazione per immagini e l'importanza del lavoro progettuale. Predilige il paesaggio e la natura, con particolare attenzione ai dettagli, esprimendosi quasi sempre attraverso il bianco e nero.