ARSO - Cartoline future da un Trentino senz'acqua
La mostra è il tentativo di esplorare, attraverso le immagini di un presente inedito ed anomalo, un futuro possibile della nostra terra. Precipitazioni violente e concentrate, seguite da lunghi periodi di siccità sono la nuova normalità che ci troviamo ad affrontare e non rappresentano un'emergenza.
Facce della stessa medaglia, questi fenomeni estremi impongono una riflessione profonda sulla nostra impronta distruttiva e sulla catena di conseguenze determinata dalle nostre azioni.
Il ciclo dell'acqua, un'immagine chiara nella mente di molti di noi sin dai tempi delle scuole elementari, è già oggi pesantemente alterato e non può più essere descritto negli stessi termini.
Ecco dunque venire in nostro soccorso il canale interpretativo dell'arte. Attraverso i loro drammatici scatti in bianco e nero, i due autori ci restituiscono un presente che odora di distopia.
Ciò che era certo e scontato non lo è più, in una trasfigurazione di un paesaggio a noi noto che si fa improvvisamente simbolo di trasformazione e stravolgimento planetario.
In un passato che si confonde con il mito, veneravamo l'acqua e le sue forme. Che cosa rimane di quel culto vitale nei alvei vuoti e nelle sorgenti disseccate?
Le immagini sono monito e, più di tutto, chiamata alle arti: l'arte di affrontare la realtà, l'arte di mobilitare la nostra capacità evolutiva, l'arte di adattarsi a ciò che il futuro porta.
L'acqua al centro, la vita con essa.
Renato Zuani:
Nato e residente a Rovereto. Si occupa di studio e pratica della fotografia fin dai primi anni '80, avvicinandosi inizialmente a tematiche sportive per poi dedicarsi con sempre maggior interesse a temi sociali e ambientali.
Dal 2017 ho inizia un lavoro di documentazione fotografica denominato "Inside", che pone l'accento su alcune delle sorgenti, collegate alle reti idriche, che saranno impattate dagli scavi di quadruplicamento della rete ferroviaria del progetto Tav Tac.
Contemporaneamente, documenta l'invasività di alcune strutture turistiche e l'utilizzo anacronistico e dannoso dell'acqua potabile per la fabbricazione di neve artificiale. In ultimo, si occupa del gravissimo stato di contaminazione.